Installazione realizzata al Monte di Pietà (anniversario terremoto 1908 “MEMORY” ) Messina 1995
Titolo dell’opera: Salire il colore
Materiali utilizzati: scala in legno di ulivo, vetri, colore acrilico, lampadine.
La scala alta 3,50 mt è quella utilizzata dai contadini per raccogliere le olive; tra un gradino e l’altro sono collocati dei vetri, ciascuno di questi è dipinto a mano fino ad arrivare al riquadro più piccolo e alto colorato di blu cobalto.
La scala è appoggiata ad una parete retroilluminata, il messaggio è semplice: in situazioni di catastrofi naturali la scala è un umile e versatile strumento per soccorrere, collegare, raggiungere, fa parte delle nostre tradizioni popolari, e il colore ( dunque l’arte ) è l’unica possibilità che rimane per affrancarsi da una mediocre vita terrena.
Installazione realizzata in Piazza Unione Europea per l’evento “Il natale dell’Arte” Messina 1996/97
Titolo dell’opera: Meglio fuori che dentro
Materiali utilizzati: juta, tappeto erboso, foglie.
L’artista posiziona una lunga striscia di juta con foglie dipinte proprio davanti al palazzo municipale, e la circonda di un manto erboso (lunghezza totale 7,50 mt ). Dissacra i luoghi di potere con la pomposità dei tappeti rossi utilizzati nelle cerimonie ufficiali, dove si attua una politica teatrale, e contrappone l’autenticità della natura, dove un mucchietto di foglie vere sottintende la fragile società civile che vuole e deve crescere. Per F.B la libertà d’azione è un bene imprescindibile, prezioso e non contrattabile con forme di potere. Meglio fuori a battagliare dunque, anziché dentro e distanti dai veri bisogni della gente.
Intervento di Land-Art Parco Ecologico S. Jachiddu Messina 2001
Artisti: Borgia, Martino, Serboli
Titolo dell’opera: Tanit
Piantine di lavanda interrate fino a formare la divinità lunare, rappresentata da un triangolo equilatero, una linea orizzontale e un disco, in modo da rendere approssimativamente una rozza figura umana.
Installazione temporanea al Parco Ecologico S. Jachiddu realizzata per l’evento: “Paesaggi non identitari”, Me 2004
Titolo dell’opera: Vietato pensare alla bellezza
Materiali utilizzati: elastico riciclato e segnaletica stradale dismessa.
Perimetrazione, tramite strisce di elastico rosso riciclato larghe 4 cm, di un terreno ove è riprodotto sommariamente la circoscrizione dell’ottavo quartiere, (zona di appartenenza urbana dell’artista). All’interno dello spazio sono impilati innumerevoli segnali stradali di divieto… Ciò ci rimanda alla costipazione dello spazio urbano in cui ci muoviamo; disarticolato e privo di bellezza.
Installazione temporanea Parco Ecologico S. Jachiddu realizzata per “La festa di primavera 2005” Messina
Titolo dell’opera: Tensioni. Artiste; Borgia,Rando,Teresano
Materiali utilizzati: filo di nylon, monitor
L’opera consiste in una sorta di tessitura in filo di nylon all’interno di un fossato (diametro 4,75 mt, profondo 55 cm) che durante la guerra, ospitava l’artiglieria; questa tessitura, però, può essere vista in un duplice aspetto: sia come ricostruzione, rifacimento che come trappola, rete da cui poi non è facile venir fuori. Dal fossato parte una piccola strada che porta alla trappola vera e propria rappresentata da un video amatoriale che mostra il ragno e la preda inconsapevole di ciò che sta per accadere. Il tutto accompagnato dalle musiche di Sussan Deyhim.
Videoproiezione realizzata per l’evento “In luce” Messina 2007
Titolo dell’opera: P.G.R (per grazia ricevuta)
Materiali utilizzati: dia-proiettore pro-motion GRO620 1200w, diapositiva
Diapositiva centrata a immagine fissa che proietta sulla facciata del Palazzo del Catasto l’immagine di un grande cuore votivo circondato da piume.
Installazione realizzata a Forte S. Jachiddu, evento “Sentieri laterali” Messina 2009
Titolo dell’opera: Messa a fuoco
Materiali utilizzati: ferro, finestre carbonizzate, prato verde, carbone, lumini.
Le finestre inquadrano un complesso edilizio sovradimensionato che ha letteralmente sventrato la collina prospiciènte snaturando di fatto, il paesaggio circostante. L’artista invita a mettere a fuoco il problema delle speculazioni edilizie e indirizza lo sguardo del visitatore mediante una freccia tracciata ai piedi delle finestre, col carbone.
Intorno alla freccia resiste un tappeto erboso. Piccoli lumini posizionati dalle persone intervenute, diventano simbolo di consapevolezza e cura dei propri luoghi
Installazione realizzata per l’evento: “Il Natale degli Angeli” Messina 2010
Titolo dell’opera: Riflessi di Dio vedi foto
Materiali utilizzati: Acciaio, ferro, specchi, erba.
Realizzazione di un tavolo con ripiano in acciaio inox (lunghezza 2,80x 50 H 80 ) sorretto per tutta la lunghezza da sei gambe in ferro saldate al piano e imbullonate al suolo. Sul piano sono posizionati 14 specchi del diametro di 20 cm ciascuno, spessi 5 mm.
La visione orizzontale della vita, include anche uno sguardo diverso sulle cose; noi per vedere il cielo alziamo la testa, con gli specchi posizionati sul tavolo, abbassiamo gli occhi e vediamo le nuvole. In questo modo si congiunge il terreno col divino. Siamo umani a immagine di Dio, forse noi stessi siamo angeli.